Fabrizio пишет о себе
Influenzato dalla sua passione per la pittura metafisica e
surrealista, le sue opere su tela riflettono, in una
dimensione che ha il suo punto di impatto e di comunicazione
in una suggestione forte data dalla carica
simbolico-onirico, una pluralità di introspezioni e di
emozioni, resi con accese tonalità cromatiche e sapidi
tratti di pennello.Per comprendere i dipinti di Fabrizio Bidoli è necessario anzitutto lasciarsi catturare da quello
stream of consciousness che li anima dal di dentro, portando in superficie il processo di
elaborazione di pensieri e percezioni di cui rappresentano l’intima essenza.
Si tratta di un monologo interiore che affiora lentamente dal fondo indistinto dell’immagine e si
rapprende, ad un livello superiore, in un viluppo di forme solo in apparenza indistinte, ma che ad
un’osservazione attenta ed analitica si rivelano come oggetti, volti e figure costituenti, ad un tempo,
l’immaginario dell’artista e il filtro attraverso il quale egli decanta e interpreta la realtà circostante.
Benché la sua formazione sia quella di un autodidatta, Fabrizio Bidoli trae gli elementi del suo
linguaggio espressivo dalla più accreditata tradizione pittorica del passato, innestandoli su una
struttura compositiva che gli deriva direttamente dalla cultura grafica del fumetto. Dallo sfondo di
lontana ascendenza informale, ribollente di materia cromatica, l’artista fa emergere, a tratti, la
componente segnica e razionale delle proprie visioni oniriche, con un intreccio di linee che
configura l’immagine di un mondo futuribile e surreale ancora di là da venire, ma ben presente
nell’immaginazione del suo artefice quale proiezione dei suoi più intimi desideri.
Realtà e irrealtà si fondono e si confondono così in questi dipinti che, rifiutando ogni narrazione
logica e consequenziale, si propongono semplicemente quali elementi di congiunzione tra la
sensibilità individuale dell’artista e lo sguardo particolare dello spettatore, nel tentativo comune di
creare uno spiraglio immaginativo che ci permetta di riscattare la materialità troppo spesso sterile
della nostra limitata esistenza terrestre.
Vania Gransinigh
Vania Gransinigh, dottoranda in storia dell'arte presso l'Università degli Studi di Udine, vive e lavora a Udine. Si è
occupata di storia della pittura e della scultura italiane tra Otto e Novecento. Nel 2007, con Gilberto Ganzer, ha
pubblicato presso l'editore Alfieri di Milano la monografia su "Michelangelo Grigoletti", uno dei maggiori pittori
italiani dell'Ottocento e il volume su "Darmo Brusini". Attualmente sta conducendo una ricerca sui rapporti tra scultura
monumentale ed irredentismo a Trieste e nel Litorale nell'ultimo periodo della dominazione austriaca (1866-1919).